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L'11 settembre, la war on terror, la caccia ai virus (alt)

Ida Dominijanni

2001. UN ARCHIVIO
L’11 settembre, la war on terror, la caccia ai virus

L’autrice, Ida DOMINIJANNI, è un’amica e collega, ma soprattutto una filosofa, femminista, notista politica ed esperta di Usa che è stata per anni responsabile delle pagine culturali e editorialista del manifesto e ora tra le tante cose, scrive su Internazionale.

Un “archivio”, come lo ha giustamente voluto titolare Ida, è un volume intenso necessario e urgente, che ha richiesto una cura estiva speciale nonostante i roghi calabresi e le difficoltà di connessione tra noi.
Un diario che, riletto con il fallimento afghano dell’esportazione armata della democrazia, ci urla che “La global war on terror è persa portandosi a fondo il multiculturalismo, mentre hanno vinto le politiche securitarie e la xenofobia.
Sono interviste e dialoghi a comporlo, con alcuni interventi analitici, realizzate da Ida durante e dopo il G8 di Genova, e durante e dopo l’attacco alle Twin Towers, nonostante il movimento dei movimenti già gridasse “un mondo diverso è possibile”.
Questa raccolta, evidenzia uno scenario in cui Potere e Movimento inaugurarono, per dirla con le parole di Ida, una “marcatura biopolitica a zona del corpo sociale, che ha poi caratterizzato le tecniche di controllo e sorveglianza, e che oggi si ritrovano nelle strategie di contenimento del virus”. Bolzaneto come Guantanamo, il virus come nemico, ci troviamo di fronte a “un trauma del pensiero” che ancora domanda “un salto di paradigma di fronte all’impensato”.
2001. è questo, un archivio: un indispensabile baule cui attingere per gran parte degli interrogativi che ci affliggono nella lettura di questo ventennio terribile.
L’orrore che si era già consumato, direi più che iniziato, in quella maledetta estate del 2001 di vent’anni fa quando al G8 di Genova le cosiddette “democrazie occidentali” mostrarono tutta la loro spietata debolezza, a coprire un sistema capitalistico estrattivo che si faceva già beffe dei corpi e delle rappresentanze possibili.
Su questo tema abbiamo a luglio pubblicato L’Agguato, curato da Marco Grispigni e Anna Pizzo, che raccoglie soprattutto le testimonianze di chi a Genova c’era.

L’orrore delle Twin Towers, vissuto e diventato evento in diretta globale in cui l’attacco al centro di quel mondo ne ha svelato la vulnerabilità, ha colpito il potere ma ne ha anche ha ucciso le vittime, e ha innescato xenofobia e perdita di diritti.
L’orrore dell’odierno Afghanistan, sfinito da vent’anni di “sperimentazione della democrazia esportata” senza successo, che vede il ritorno di un Emirato islamico più forte e più armato.
C’è talmente tanto da dire che vi invito all’ascolto dei dibattiti già fatti con l’autrice, presenti in video sul canale youtube di manifestolibri, ricordando solo alcune delle moltissime domande presenti nel libro:
Chiedeva ida a Carlo Galli nel 27/9/2001: Occidente/Islam non rischia di diventare la nuova versione della coppia amico/nemico? In cui ida si riferisce al vecchio nemico comunista scomparso con la caduta del Muro di Berlino.
E quando chiede a Jeffrey Schnapp 2001: Sessantacinque nazionalità diverse fra le vittime delle Twin Towers: che cosa ti suggerisce?
O a Eric Foner a un anno dall’attacco (2002): l’11 settembre ha cambiato il modo degli americani di guardare al proprio passato, e il modo degli storici di scrivere la storia?
Marramao (sempre nel 2002) fu interrogato sulle proporzioni dell’11 settembre e sulle sue conseguenze sul pensiero.
O ancora nel 2002, l’autrice chiese a Rosi Braidotti cosa le avessero suggerito le immagini che avevano preso in ostaggio l’evento, a lei che lavora sul tema delle metamorfosi del corpo e dell’umano.
Tutte le risposte sono di un’attualità sconfortante e colpevole.



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