Scheda libro
Agire in comune
Antropologia politica nell'ultimo Marx
La posta in gioco di questo lavoro, che costituisce la seconda edizione (con una nuova Introduzione) del testo uscito nel 2012, consiste nella coimplicazione fra “individuale” e “collettivo”, in distonia rispetto sia a una lettura individualistica sia a una lettura comunitarista del percorso marxiano. Il libro si sofferma, per un verso, sul Capitale, per l’altro sugli scritti, diversificati al proprio interno, dell’ultima fase: viene sottoposta a indagine la relazione fra concetti come individuo, forza-lavoro, classe, società e comunità. La riflessione articolata è volta a evitare la dicotomia fra oggettivismo e soggettivismo attraverso un rapporto stretto, ma non immediato, fra la critica dell’economia politica e la politica. La questione della natura umana risulta cruciale, ma nello stesso tempo non viene mai definita una volta per tutte. Così, in questo volume, l’antropologia viene intesa non tanto come una disciplina specifica né come una parte della filosofia, ma come un problema aperto, insieme connesso e disgiunto con la politica. Il “comune”, irriducibile sia all’unità superiore dello Stato sia a una società autonoma da sostituire allo Stato, non è un dato né può venir creato in modo volontaristico, dal momento che si inscrive materialmente nei rapporti sociali. L’agire in comune non costituisce il frutto dell’ipostatizzazione di una dimensione comunitaria, risultando connesso a soggettività che si fanno carico della propria prassi, singolarmente e collettivamente. Senza voler in alcun modo operare un’attualizzazione immediata del suo pensiero (e della sua pratica politica), si delinea una prospettiva marxiana tutt’altro che lineare e pienamente compatta, ma con una carica critica ancora dirompente nei confronti dello “stato di cose presente”, di un capitalismo sempre più predatorio.